La SEO nel 2025: perché avere un sito web non basta più

da | Lug 23, 2024 | WMF

Durante il WMF (We Make Future) ho avuto il piacere di seguire lo speech di Giorgio Taverniti in cui ha condiviso preziose intuizioni sul mondo della SEO e del Digital Marketing. Taverniti, fondatore di Search On Media Group, è una delle figure più autorevoli in questo campo, e il suo intervento è stato illuminante per comprendere come le aziende B2B possano trarre vantaggio dall’essere presenti su diversi canali online.

Google Liquido: una nuova era del web

Facciamo un passo indietro per comprendere il contesto di questa riflessione. Durante lo speech, Taverniti ha approfondito il concetto di “Google Liquido”, un’idea che esplora anche nel suo omonimo libro. Questo concetto riflette l’evoluzione di Google da un semplice motore di ricerca nel 1997 a una piattaforma complessa, interattiva e liquida. Infatti, Google è passato attraverso varie fasi: da semplice barra di ricerca testuale, è arrivata a essere una barra di ricerca molto più complessa che permette di navigare all’interno dell’ecosistema complesso di Google non solo con le parole, ma anche tramite la voce o l’inquadramento di oggetti (con Google Lens). Questa evoluzione è il riflesso di come Google sta tentando di rispondere ai nuovi bisogni di ricerca dell’utente.

L’evoluzione dei “bisogno di ricerca”

Taverniti ha delineato le fasi principali dei bisogni di ricerca online:

  1. Web Site Query: esistenza di poche pagine web, per questo venivano fatte dall’utente ricerche dirette tramite piattaforme come Yahoo e Dmoz;
  2. Do Query: crescita del numero di pagine web e nascita di Google come motore di ricerca;
  3. Sociale: esigenza di social network di soddisfare il bisogno di connessione sociale delle persone, e nascita di Facebook;
  4. Ispirazionale: ricerca di ispirazione e nascita di piattaforme come Instagram e TikTok;
  5. Risolutiva: necessità di risposte rapide e assistenza all’interno del mare di informazioni che si trovano su Internet. Nascita di piattaforme con IA come Chat GPT e Google Gemini.

Con la sua nascita, Google ha rimpiazzato Yahoo e Dmoz, diventando leader della prima e della seconda fase. Ad oggi sta tentando di dominare le fasi più recenti con strumenti come Google Discovery, Google Maps, YouTube e Gemini. La conseguenza di questa evoluzione è la natura liquida dell’ecosistema di Google: un ambiente in cui i contenuti non sono più statici ma dinamici e declinabili su diverse piattaforme.

La strategia di contenuti per le aziende B2B

Per le aziende B2B, questo significa che è cruciale essere presenti su più canali e creare contenuti diversificati. La SEO tradizionale, sebbene ancora importante, non basta più da sola. È essenziale sviluppare un ecosistema di contenuti complesso che possa rispondere ai diversi bisogni di ricerca. Questo implica:

  • Creare contenuti liquidi: è fondamentale che un singolo contenuto può essere adattato e distribuito su varie piattaforme, dal sito web ai social media, fino a un magazine fisico;
  • Ottimizzare per ogni piattaforma: considerare le caratteristiche uniche di ogni canale per massimizzare l’impatto;
  • Raggiungere l’audience completa: utilizzare diversi tipi di contenuti per catturare l’attenzione di tutti i pubblici interessati.

Un nuovo approccio alla SEO per il B2B

In sintesi, l’era della semplice SEO è cambiata. Le aziende B2B devono adottare una strategia di contenuti multicanale per rimanere competitive. Come suggerito da Giorgio Taverniti, creare contenuti liquidi e sfruttare diverse piattaforme è fondamentale per rispondere ai bisogni di un pubblico sempre più esigente e diversificato. Implementando queste strategie, le aziende possono assicurarsi di essere trovate, coinvolgere la propria clientela e, in ultima analisi, crescere nel mercato digitale di oggi.

 

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