Spoiler: no, ma…
Qualche settimana fa ho avuto l’opportunità di partecipare al We Make Future 2025 di Bologna, dove Roberto Nardini ha tenuto uno speech sul futuro dei Social Media Strategist nell’era dell’intelligenza artificiale.
La domanda che ha aperto il suo intervento “L’intelligenza artificiale sta per sostituire i Social Media Strategist?” ha catturato l’attenzione di tutti i presenti e merita una riflessione approfondita.
Il prompting: una nuova competenza fondamentale
Quello che è emerso chiaramente dallo speech di Nardini è che saper fare le domande giuste all’IA è diventato più importante che mai. Non si tratta di essere sostituiti, ma di evolvere le nostre competenze. Come ha sottolineato Roberto, “chiedere bene, significa produrre meglio”, e questo principio è oggi più rilevante che mai per diverse ragioni:
- Un prompt ben strutturato può far risparmiare ore di lavoro;
- L’intelligenza artificiale guidata correttamente produce risultati superiori;
- Possiamo creare contenuti più mirati.
Anatomia di un prompt efficace per i Social Media
Durante l’intervento, Nardini ha delineato gli elementi essenziali di un prompt che funziona davvero nel nostro settore:
Specificità e contesto
La vaghezza è il nemico numero uno di un buon prompt. Dobbiamo sempre fornire dettagli precisi su:
- La piattaforma di destinazione (Instagram, LinkedIn, TikTok…);
- Il tone of voice del brand;
- Il pubblico di riferimento;
- Gli obiettivi specifici della comunicazione;
- Il contesto geografico (fondamentale per la localizzazione).
Elementi distintivi e dati
Un aspetto che ho trovato particolarmente interessante è l’importanza di allegare al prompt elementi concreti come dati di performance, linee guida del brand e brief specifici. L’IA lavora meglio quando ha un quadro completo della situazione!
È raro che il primo prompt sia perfetto
Non bisogna vedere il processo di trial and error come un fallimento, ma come parte integrante dell’ottimizzazione. Questa mentalità di miglioramento continuo è qualcosa che noi strategist dovremmo abbracciare completamente.
Il panorama degli strumenti IA
Nardini ha anche fatto una panoramica degli strumenti disponibili, ognuno con i suoi punti di forza:
-
ChatGPT è notevolmente migliorato nella comprensione delle richieste specifiche e può addirittura aiutarci a generare prompt migliori;
-
Gemini eccelle nel ragionamento avanzato e nella produzione video con Flow e Veo2;
-
Perplexity è imbattibile per la ricerca di trend e tendenze, oltre ad analizzare PDF in modo efficace;
-
Claude è stato indicato come uno dei migliori per il copywriting (aspetto che ho potuto verificare personalmente).
Il futuro dei Social Media Strategist
Tornando alla domanda iniziale: l’intelligenza artificiale ci sostituirà?
La mia riflessione, arricchita dai vari corsi seguiti, è che l’IA non sostituirà i social media strategist, ma trasformerà radicalmente il nostro ruolo. Diventeremo orchestratori di intelligenze artificiali, esperti nel tradurre obiettivi di business in prompt precisi. La nostra capacità di comprendere il comportamento umano, interpretare i dati e adattarci ai cambiamenti del mercato rimarrà insostituibile.
Il vero valore aggiunto del Social Media Strategist del futuro sarà nella capacità di fare da ponte tra la strategia umana e l’esecuzione assistita dall’IA, mantenendo sempre al centro l’autenticità e la connessione emotiva con il pubblico.
Il WMF 2025 di Bologna ha confermato che siamo in un momento di transizione cruciale. Chi saprà abbracciare questi cambiamenti e sviluppare competenze nell’IA prompting avrà un vantaggio competitivo significativo. L’importante è non vedere l’intelligenza artificiale come una minaccia, ma come uno strumento potentissimo che amplifica le nostre capacità creative e strategiche.
Come professionisti della comunicazione digitale, il nostro compito è rimanere sempre un passo avanti, sperimentare e, soprattutto, non smettere mai di imparare.
Se pensi sia arrivato il momento per integrare una strategia social basata sull’IA, fissiamo un incontro!